Nel regno alpino dell’Alpe Ventina

I colori,l’aria limpida e frizzante,gli spazi naturali dominati dalle nevi perenni fanno dall’Alpe Ventina un paradiso incantato…Un paradiso dove e’ assai facile sentirsi piccoli come formiche al cospetto delle alte cime,dove è cosa spontanea abbandonarsi alla contemplazione circondati da uno scenario indimenticabile…Per questo mi piace definire “Regno Alpino” la meta di questa escursione.

Geograficamente ci troviamo in Alta Valmalenco,in provincia di Sondrio. Raggiungiamo in auto il piccolo centro di Chiareggio che dista circa tre ore da Milano.Siamo già a 1600 metri di quota e questo ci consente di raggiungere la nostra meta in tempi ragionevoli e senza proverbiali fatiche.Per apprezzare appieno la bellezza dei luoghi,tuttavia,consigliamo di dedicare all’itinerario un intero week-end,pernottando in uno dei rifugi in quota.

Da Chiareggio abbiamo tre alternative,per tutti i gusti e soprattutto per tutte le gambe.Posteggiando sulla riva sinistra del torrente Mallero che fiancheggia interamente il piccolo paese possiamo:

-attraversare il torrente sfruttando un ponte in pietra che ci conduce all’imbocco di una comoda mulattiera e seguirla per poco meno di un ora sino ad arrivare all’Alpe Ventina (Itinerario piu’ comodo e breve)

-risalire il corso del Mallero verso Ovest,percorrendo Pian del Lupo e giungere in località Forbicina dove si seguono le indicazioni per l’alpe (itinerario un po’ piu’ lungo che si ricongiunge alla mulattiera del primo dopo circa 45 minuti  di cammino)

-proseguire oltre Forbicina fino all’imbocco della Val Sissone e prendere a sinistra il bivio per ALPE SENTIERI-ALPE ZOCCA-ALPE VENTINA (itinerario di circa tre ore e con maggiori dislivelli ma estremamente panoramico che consente di arrivare all’Alpe Ventina dalla soprastante alpe Zocca).

 

L'ampio greto del Mallero solca Pian del Lupo,sullo sfondo la Val Sissone
L’ampio greto del Mallero solca Pian del Lupo,sullo sfondo la Val Sissone

Una volta giunti al pianoro dell’Alpe Ventina si apre dinnanzi a noi uno scenario naturale da togliere il fiato…la vasta piana alluvionale e morenica che sino ad un secolo fa era lambita dalla fronte del ghiacciaio oggi è colonizzata da larici pionieri che si arrampicano arditi verso quote sempre piu’ elevate..Apprezzabile il percorso guidato del Sentiero glaciologico che ci consente,grazie a targhe apposte su massi o su paline,di osservare sino a dove si spingevano i ghiacci nel corso dei decenni passati.

A coronare la piana solcata dalle tumultuose acque dei torrenti che prendono vita dai ghiacci delle cime del gruppo del Disgrazia,ci sono due accoglienti rifugi.Pernottarvi,oltre che gustare un ottima cucina,ci consentira’ di vivere momenti come il calar della sera o l’alba in uno scenario unico..

Lo scenario naturale della piana del Ventina in veste autunnale. Foto di Andrea Peccenati
Lo scenario naturale della piana del Ventina in veste autunnale. Foto di Andrea Peccenati

 

Il rifugio Ventina,in posizione privilegiata e custode di questo "Regno alpino".Foto di Andrea Peccenati
Il rifugio Ventina,in posizione privilegiata e custode di questo “Regno alpino”. Foto di Andrea Peccenati
Notte al rifugio.Foto di Andrea Peccenati
Notte al rifugio. Foto di Andrea Peccenati

 

 

Dopo la cena conviviale al rifugio,un giretto serale nei dintorni (muniti di torcia e di un caldo giubbotto) ci permette di farci avvolgere dalla frizzante e limpida aria di alta montagna e di sentire il continuo e ritmico flusso delle acque dei torrenti glaciali diffondersi nella valle.Se il cielo è terso (data l’assenza di inquinamento luminoso) la volta celeste puo’ regalarci uno spettacolo unico,un planetario naturale sopra le nostre teste…

Lo spicchio di universo sopra il rifugio.Foto di Andrea Peccenati.
Lo spicchio di universo sopra il rifugio.Foto di Andrea Peccenati

Dopo una rigenerante dormita ed una buona colazione siamo pronti,zaino in spalla,a rientrare a valle.Possiamo scendere per il sentiero/mulattiera che in un oretta ci ricondurrà a Chiareggio oppure affrontare un giro piu’ impegnativo ma assai panoramico.Nella piana dell’Alpe,nei pressi di un enorme macigno,i cartelli CAI ci indicano il bivio per il Lago Pirola.Se lo seguiamo prepariamoci ad un oretta e mezza di salita a tratti tosta,con passaggi su enormi massi.La cautela è d’obbligo,tuttavia il nostro sforzo sarà ripagato.Salendo progressivamente attraverseremo un bellissimo lariceto d’altitudine dove lo sguardo spazierà come un grandangolo sulle cime del gruppo del Disgrazia e sulla lingua della vedretta del Ventina,oggi in costante regresso.Giunti ad una sella ci sembrera’ di toccare il cielo con dito e sulla sinistra,sotto di noi,vedremo il lago Pirola.Con una discesa in diagonale interamente su pietraia giungeremo sulle sue rive per poi risalire sul versante opposto.La visuale è a 360 gradi.Giunti al muro ci contenimento del lago il sentiero scenderà nel bosco e compiendo un semicerchio attorno al versante dell’Alpe Pirola si ricongiungera’ al sentiero principale direzione Chiareggio.

Giunti alla macchina,magari un po’ stanchi,portaremo con noi il ricordo delle sensazioni,dei profumi,delle emozioni che ci ha regalato questo incantevole “Regno Alpino”!

 

Il massiccio del Monte Disgrazia dal sentiero per il lago Pirola
Il massiccio del Monte Disgrazia dal sentiero per il lago Pirola

 

Il lago PIROLA,incastonato come un fiordo fra le cime dell'Alta Valmalenco.Foto di Andrea Peccenati.
Il lago PIROLA,incastonato come un fiordo fra le cime dell’Alta Valmalenco. Foto di Andrea Peccenati

 

ALPE VENTINA & LAGO PIROLA IN PILLOLE

Quando andarci? Consiglio il mese di Giugno,con il disgelo ed il risveglio vegetativo,oppure il saluto all’autunno (inizio-metà Ottobre) per i colori spettacolari dei boschi prima dell’inverno.

Difficoltà? La salita alla piana dei rifugi si compie in un oretta da Chiareggio,dunque è alla portata di tutti.Per le numerose altre varianti e per il lago Pirola è necessario un minimo di allenamento.

Curiosità? Consiglio un buon piatto di pizzoccheri ed un soggiorno al piccolo ma accogliente rifugio Ventina e la salita (in un ora e mezza dal rifugio stesso) alla fronte del ghiacciaio omonimo. 

 

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