Una giornata piacevolmente calda ma ventilata ci ha accolti a Gargnano, un angolo di riviera Gardesana che sembra uno spicchio di mediterraneo nel cuore della Lombardia e ad un passo dalle Alpi.
Entriamo nelle terrazze della Limonaia, una monumentale serra bi-stagionale che rispecchia il modello diffusosi dal XVI secolo sul Garda per consentire la coltivazione su larga scala degli agrumi piu’ Settentrionali del mondo.
La serra resta scoperta da Aprile a Novembre, quando con un complesso lavoro manuale viene coperta sia in facciata (con vetrate ed ante mobili) che in copertura con assi di larice per proteggere le piante dalle occasionali gelate invernali.
Questo lavoro, oggi come un tempo, viene eseguito da Fabio Gandossi , che gestisce la LIMONAIA LA MALORA, producendo limoncino e confetture di agrumi home made.
La sua passione traspare nel modo in cui guarda e ci spiega come le piante secolari di limoni Madernini (una varietà selezionata nei secoli proprio sul Garda) crescono rigogliose qui da secoli, fornendo dei piccoli limoni molto aromatici! Questi frutti d’oro un tempo prendevano la via dell’Europa Centrale e della Russia , grazie alla strategica posizione Settentrionale del lago.
Con una facile passeggiata, immersi in un uliveto ormai incolto saliamo verso il borgo di Fornico, con i vicoli di acciottolato, i portoni in legno ed una stupenda vista sull’azzurro del lago.
Giungiamo nell’Uliveto ripristinato e coltivato con passione da Diego, che ci ospita per una pausa pranzo davvero rigenerante e durante la quale possiamo assaggiare e degustare l’olio extravergine dell’ Azienda AgricolaBaroldi Diego.
Scopriamo che attorno a noi ci sono almeno 3 diverse varietà di ulivi, selezionate nel tempo, ciascuna con caratteristiche proprie. La Gargnà, ad esempio, si diffuse per la lunga permanenza delle olive sulle piante, che consentivano ai contadini di sbrigare tutte le attività nei campi e posticipare la raccolta delle olive all’inizio dell’inverno.
E’ un’agricoltura ardita, quella Gardesana, che ha reso coltivabili terreni impervi con un lavoro durato secoli. Ed oggi, solo grazie alla tenacia ed alla passione di persone come Diego e Fabio, resiste alle difficoltà regalandoci prodotti di nicchia, da conoscere e saper apprezzare! Alla prossima escursione!
Domenica 24 Marzo ho salutato insieme ad un gruppetto di escursionisti l’equinozio di primavera avvenuto pochi giorni fa, con una full immersion in natura sul Lago di Garda!
Abbiamo percorso i sentieri del Parco naturalistico della Rocca di Manerba che comprende un’area protetta sia di terraferma che lacuale. Esattamente ci troviamo sulla sponda Occidentale del Garda, fra Desenzano e Salò , in provincia di Brescia.
La particolare conformazione del territorio , che presenta un imponente falesia alta quasi 100 metri e lunga oltre 3 chilometri che si tuffa nelle acque del lago, ha preservato questo tratto di costa dall’edificazione e consente di apprezzare il microclima lacustre in tutte le sue sfaccettature.
L’escursione ha inizio a circa 200 metri di altitudine dove si trovano i resti della FortezzaMedievale distrutta nel 1574 dalla Repubblica di Venezia in quanto diventata rifugio di briganti. Da quassù la posizione dominante ci permette di ammirare tutto il basso lago, dalla penisola di Sirmione a Toscolano Maderno, con l’isola del Garda e di San Biagio che corona il limpido golfo di Manerba.
La vista d’insieme è l’occasione per tracciare idealmente il percorso che intraprenderemo, scendendo dal ripido sentiero del Fico d’India! Si, perchè qui le tiepide acque del lago favoriscono l’insediarsi di essenze tipiche del clima mediterraneo. Assieme alle roverelle ed agli ontani qui troviamo infatti il leccio, lo scotano ed il terebinto, parente stretto del pistacchio ed al margine dei prati aridi fioriscono piccole ma preziose orchidee.
Raggiunto il promontorio di PuntaSasso ci affacciamo dalla scogliera che si mostra in tutta la sua selvaggia imponenza. Fra le sue balze nidificano i gabbiani e sotto di loro, in una silenziosa e solitaria spiaggetta rocciosa trascorriamo la nostra rigenerante pausa pranzo.
Al rientro, in pomeriggio caldo ed assolato come fossimo già a fine Aprile, camminiamo su strade bianche in un ordinatissimo uliveto, fiancheggiamo lo stagno intermorenico residuo della bonifica dell’800 fino ad inoltrarci nel bosco e raggiungere la meravigliosa spiaggia Pisenze, posta al margine Settentrionale della Rocca. I suoi fondali misti rocciosi e sabbiosi regalano trasparenze e sfumature di colori uniche, che variano di ora in ora assecondando le diverse condizioni di luminosità.
Non ci resta che farci cullare dal fruscio delle onde e dalla luce tenue del tardo pomeriggio prima di rientrare al parcheggio con in tasca, anche questa volta, una impagabile giornata in Natura!
L’itinerario proposto ci consente di compiere un bel giro ad anello nell’alta Val Chiavenna,sopra l’abitato di Madesimo in provincia di Sondrio.Superato l’abitato raggiungiamo la frazione di Macolini,fra ampie praterie e baite.Qui la strada carrabile termina e un parcheggio consente di lasciare le auto.
Siamo a 1650 metri di quota e nel mese di Luglio il verde intenso dei prati è macchiato dal rosa-rosso dei cespugli di rododendro e di rosa canina in fiore.Seguiamo i segnavia bianco-rossi che indicano il rifugio Bertacchi ed il lago d’Emet,piegando a destra in prossimità di un grosso masso.
Con una serie di tornanti guadagnamo progressivamente quota,avvicinandoci alle cascate formate dal torrente che scende con grandi salti dal lago.Ad un certo punto attraverseremo il torrente e volgendo lo sguardo verso valle potremo ammirare il meraviglioso effetto ottico del “salto nel vuoto” che sembrano compiere le acque limpide che precipitano verso Madesimo.
Ancora un piccolo sforzo e dinnanzi a noi si rende visibile il rifugio Bertacchi,situato a 2175 metri di altitudine.Poco sotto la bella conca alpina che custodisce come un gioiello il laghetto.Sulle sue sponde,allo scioglimento delle nevi che quassu’ avviene non prima di Giugno,si susseguono fioriture multicolori di fiori selvatici.E’ possibile circumnavigare il lago,godendo di diverse prospettive e sostare placidamente sulle sue rive morbide ed erbose,solo a tratti rocciose.
Per tornare a valle è possibile rifare lo stesso tragitto dell’andata,oppure compiere un anello.Si prosegue alle spalle del rifugio verso Montespluga,attraversando un anfiteatro naturale stupendo,dominato da grandi rocce fra le quali non è difficile avvistare le marmotte.Giunti sul panettone erboso che ci consente di vedere alla nostra destra MonteSpluga,viriamo a sinistra,seguendo il sentiero per Macolini.Perdendo quota raggiungiamo una bellissima conca solcata dalle limpide acque dei torrenti che scendono verso valle e ci ritroveremo poco dopo al bivio del grande masso incontrato durante la salita.Da qui in una manciata di minuti giungiamo al parcheggio nei pressi di Macolini.
Lago d’Emet in pillole
Quando andarci? Data l’altitudine si consigliano i mesi da Giugno a Settembre.In Luglio si osserva l’apice delle fioriture alpine di alta quota.
Difficoltà? Da Macolini al lago ed al Rifugio il tempo stimato e’ di circa 1 ore e mezza/due con circa 500 metri di dislivello.E’ dunque richiesto un minimo di allenamento.
Alta Valcamonica: Da Vezza d’Oglio al lago di Aviolo
Raggiungiamo Vezza d’Oglio, in alta Valcamonica, non distante dalla più nota e turistica Ponte di Legno. Giunti in paese seguiamo le indicazioni che ci portano sulla destra della strada principale verso la Val Paghera. Con una serie di curve e tornanti giungiamo nei pressi dell’Albergo La Cascata dove lasciamo l’auto.
Da qui, gambe in spalla, parte la nostra avventura…il segnavia Bianco-Rosso da seguire è il numero 21. La salita è decisa, dapprima in un folto bosco di abeti, poi a margine del greto roccioso di un torrentello. Non facciamoci intimorire dalla pendenza sempre piuttosto accentuata e saliamo con calma…alcune passerelle in legno ci permettono di aggirare uno sperone roccioso e dopo circa un oretta abbondante di fatica giungiamo nella stupenda conca dell’AVIOLO.
Ci accoglie con le sue imposte rosse il piccolo rifugio-alberghetto SANDRO OCCHI all’Aviolo, gestito dal CAI.
Percorriamo pochi metri sul sentiero, oltrepassando il riugio, quando davanti a noi si apre lo spettacolo multicolore regalatoci dalle acque turchesi del lago Aviolo. Acque gelide che scendono dai ghiacciai della parete Nord del Baitone, una tra le innumerevoli cime che abbracciano il cielo. Ci troviamo nel Parco naturale del gruppo dell’Adamello, che qui preserva e tutela ambienti montani delicati e preziosi.
Davanti a noi si apre ora l’anfiteatro naturale delle cime dell’Adamello, che superano i 3300 metri. Ai loro piedi una torbiera d’altitudine, che si puo’ visitare grazie ad un percorso attrezzato con passerelle in legno che si snodano tra fioriture,anfibi e insetti che sfidano le severe condizioni climatiche delle alte quote alpine, creando assieme un armonia che ci lascia senza fiato…
Chi è allenato e non si accontenta di soffermarsi a prendere il sole sulle rive del lago puo’ proseguire con il sentiero numero 1 verso il passo Gallinera ed il bivacco Festa, giungendo su di un costone erboso sovrastato dalle vedrette dell’Adamello. Il ritorno all’auto avverrà per la stessa via dell’andata, senza mancare di voltarci piu’ volte verso quello smeraldo incastonato nell’Adamello che è il lago Aviolo.
LAGO AVIOLO in PILLOLE
Quando andarci? Consiglio i mesi di Giugno e Luglio per le fioriture d’alta quota e Ottobre per i colori dei boschi e del cielo d’autunno.
Difficoltà? Il sentiero, con la dovuta prudenza, è alla portata di tutti. Il percorso non è lungo ma il dislivello di circa 500 metri va affrontato a seconda del proprio grado di allenamento.
Curiosità? l’ente del Parco dell’Adamello organizza eventi e la conca di AVIOLO ospita in estate anche concerti di musica classica all’aperto…in uno scenario simile le emozioni sono assicurate!
I colori,l’aria limpida e frizzante,gli spazi naturali dominati dalle nevi perenni fanno dall’Alpe Ventina un paradiso incantato…Un paradiso dove e’ assai facile sentirsi piccoli come formiche al cospetto delle alte cime,dove è cosa spontanea abbandonarsi alla contemplazione circondati da uno scenario indimenticabile…Per questo mi piace definire “Regno Alpino” la meta di questa escursione.
Geograficamente ci troviamo in Alta Valmalenco,in provincia di Sondrio. Raggiungiamo in auto il piccolo centro di Chiareggio che dista circa tre ore da Milano.Siamo già a 1600 metri di quota e questo ci consente di raggiungere la nostra meta in tempi ragionevoli e senza proverbiali fatiche.Per apprezzare appieno la bellezza dei luoghi,tuttavia,consigliamo di dedicare all’itinerario un intero week-end,pernottando in uno dei rifugi in quota.
Da Chiareggio abbiamo tre alternative,per tutti i gusti e soprattutto per tutte le gambe.Posteggiando sulla riva sinistra del torrente Mallero che fiancheggia interamente il piccolo paese possiamo:
-attraversare il torrente sfruttando un ponte in pietra che ci conduce all’imbocco di una comoda mulattiera e seguirla per poco meno di un ora sino ad arrivare all’Alpe Ventina (Itinerario piu’ comodo e breve)
-risalire il corso del Mallero verso Ovest,percorrendo Pian del Lupo e giungere in località Forbicina dove si seguono le indicazioni per l’alpe (itinerario un po’ piu’ lungo che si ricongiunge alla mulattiera del primo dopo circa 45 minuti di cammino)
-proseguire oltre Forbicina fino all’imbocco della Val Sissone e prendere a sinistra il bivio per ALPE SENTIERI-ALPE ZOCCA-ALPE VENTINA (itinerario di circa tre ore e con maggiori dislivelli ma estremamente panoramico che consente di arrivare all’Alpe Ventina dalla soprastante alpe Zocca).
Una volta giunti al pianoro dell’Alpe Ventina si apre dinnanzi a noi uno scenario naturale da togliere il fiato…la vasta piana alluvionale e morenica che sino ad un secolo fa era lambita dalla fronte del ghiacciaio oggi è colonizzata da larici pionieri che si arrampicano arditi verso quote sempre piu’ elevate..Apprezzabile il percorso guidato del Sentiero glaciologico che ci consente,grazie a targhe apposte su massi o su paline,di osservare sino a dove si spingevano i ghiacci nel corso dei decenni passati.
A coronare la piana solcata dalle tumultuose acque dei torrenti che prendono vita dai ghiacci delle cime del gruppo del Disgrazia,ci sono due accoglienti rifugi.Pernottarvi,oltre che gustare un ottima cucina,ci consentira’ di vivere momenti come il calar della sera o l’alba in uno scenario unico..
Dopo la cena conviviale al rifugio,un giretto serale nei dintorni (muniti di torcia e di un caldo giubbotto) ci permette di farci avvolgere dalla frizzante e limpida aria di alta montagna e di sentire il continuo e ritmico flusso delle acque dei torrenti glaciali diffondersi nella valle.Se il cielo è terso (data l’assenza di inquinamento luminoso) la volta celeste puo’ regalarci uno spettacolo unico,un planetario naturale sopra le nostre teste…
Dopo una rigenerante dormita ed una buona colazione siamo pronti,zaino in spalla,a rientrare a valle.Possiamo scendere per il sentiero/mulattiera che in un oretta ci ricondurrà a Chiareggio oppure affrontare un giro piu’ impegnativo ma assai panoramico.Nella piana dell’Alpe,nei pressi di un enorme macigno,i cartelli CAI ci indicano il bivio per il Lago Pirola.Se lo seguiamo prepariamoci ad un oretta e mezza di salita a tratti tosta,con passaggi su enormi massi.La cautela è d’obbligo,tuttavia il nostro sforzo sarà ripagato.Salendo progressivamente attraverseremo un bellissimo lariceto d’altitudine dove lo sguardo spazierà come un grandangolo sulle cime del gruppo del Disgrazia e sulla lingua della vedretta del Ventina,oggi in costante regresso.Giunti ad una sella ci sembrera’ di toccare il cielo con dito e sulla sinistra,sotto di noi,vedremo il lago Pirola.Con una discesa in diagonale interamente su pietraia giungeremo sulle sue rive per poi risalire sul versante opposto.La visuale è a 360 gradi.Giunti al muro ci contenimento del lago il sentiero scenderà nel bosco e compiendo un semicerchio attorno al versante dell’Alpe Pirola si ricongiungera’ al sentiero principale direzione Chiareggio.
Giunti alla macchina,magari un po’ stanchi,portaremo con noi il ricordo delle sensazioni,dei profumi,delle emozioni che ci ha regalato questo incantevole “Regno Alpino”!
ALPE VENTINA & LAGO PIROLA IN PILLOLE
Quando andarci? Consiglio il mese di Giugno,con il disgelo ed il risveglio vegetativo,oppure il saluto all’autunno (inizio-metà Ottobre) per i colori spettacolari dei boschi prima dell’inverno.
Difficoltà? La salita alla piana dei rifugi si compie in un oretta da Chiareggio,dunque è alla portata di tutti.Per le numerose altre varianti e per il lago Pirola è necessario un minimo di allenamento.
Curiosità? Consiglio un buon piatto di pizzoccheri ed un soggiorno al piccolo ma accogliente rifugio Ventina e la salita (in un ora e mezza dal rifugio stesso) alla fronte del ghiacciaio omonimo.
Rocca di Manerba: un angolo di mediterraneo in Lombardia
Una meta che saprà stupirvi…il Parco naturalistico della Rocca di Manerba del Garda preserva un territorio affascinante e selvaggio a pochi passi dal caos e dalle nebbie Padane.
Cos’e’ la Rocca di Manerba innanzitutto?Si tratta di una formazione rocciosa costituita da depositi morenici modellati dall’azione del ghiacciaio che ha dato vita al lago di Garda.Al suo ritiro ci ha lasciato in eredità un risultato sorprendente : spiagge dalle acque cristalline,boschi fitti,scogliere dalle pareti verticali che si tuffano nel piu’ esteso dei laghi Italiani.
L’azione combinata delle montagne e delle profonde acque del lago influenza il clima,favorendo un complesso sistema di venti e brezze che allontanano le nebbie invernali e rinfrescano la calura estiva.Sulle morbide colline che coronano il promontorio della Rocca si coltivano viti ed ulivi e nella boscaglia crescono lecci,cipressi e ginestre,proprio come in un isola del mediterraneo.
La nostra escursione si sviluppa nel comune di MANERBA del GARDA,provincia di Brescia,raggiungibile in circa un ora e mezza da Milano.Raggiungiamo la località PISENZE,dove si trova l’omonimo ristorante.Qui c’è possibilità di parcheggio,a pagamento nella bella stagione.Con una stradina sterrata scendiamo a piedi a salutare il lago…dopo poche decine di metri siamo sull’arenile della spiaggia PISENZE,che fa parte della riserva naturale.
E’ certamente una delle piu’ belle spiagge del Garda,con colori mutevoli e delimitata a Sud dalle pendici boscose di Punta Sasso.
Percorriamo la spiaggia,molto frequentata in estate,fino al pontile in legno e sulla destra troviamo una scaletta che con due rampe ci porta nel bosco…continuiamo a salire verso sinistra,seguendo i segnavia bianco-rossi e in meno di dieci minuti siamo al cartello che ci indica,sempre a sinistra,il balcone naturale di Punta Sasso,155 metri di altitudine che sembrano molti di piu’ guardando il lago sotto di noi.
Con la dovuta prudenza proseguiamo verso Sud,il lago si apre al nostro sguardo nella sua maggiore estensione e lo costeggiamo rimanendo quasi sempre a pochi passi dal dirupo delle scogliere,dove a primavera nidificano i gabbiani.Il paesaggio è mediterraneo,baciato dal sole e dal vento,con scorci impagabili!E’ possibile scendere ai piedi delle scogliere,con una deviazione che attraversa una vecchia porta in ferro oggi divelta.Sotto le scogliere massi affioranti creano piscine naturali dall’incantevole limpidezza e spesso il moto ondoso ci fa pensare ad un mare piu’ che ad un lago.Risalendo proseguiamo sempre verso Sud ed arriviamo a PORTO DUSANO,frazione di Manerba con porticciolo turistico,bar,spiaggette ed imbarcadero.Possiamo scegliere se ritornare per la stessa via oppure salire alle spalle di DUSANO seguendo per un primo tratto la strada asfaltata e poi una sterrata di campagna in mezzo agli uliveti ed al bosco che si ricongiunge al sentiero percorso in precedenza che ci riporta a PISENZE.
PUNTA SASSO E ROCCA DI MANERBA IN PILLOLE
Quando andarci? Tutto l’anno,in estate se si vuole unire la passeggiata ad un bagno rigenerante.
Difficoltà? Il percorso proposto è di circa 6-7 chilometri complessivi,con dislivelli contenuti in 100-150 metri.Prestare la dovuta attenzione ai dirupi delle scogliere,soprattutto per chi soffre di vertigini.
Particolarità? Il luogo è magico…al mattino la spiaggia PISENZE presenta spesso un moto ondoso sostenuto per i venti che spirano dal lago.Nel pomeriggio invece le acque si calmano e l’effetto è quello di una vera e propria piscina naturale dai colori stupendi.Consiglio anche di salire in vetta alla Rocca,dove è stata posta una croce e sono visibili i resti di antiche fortificazioni.
Montisola è la piu’ grande isola dei laghi Italiani…ed il suo nome è quanto mai calzante,trattandosi di una montagna alta 600 metri che emerge dalle acque del Sebino,piu’ noto come lago d’ISEO.
Siamo in provincia di Brescia e l’escursione consigliata parte da SULZANO,sulla sponda orientale del lago.Dall’imbarcadero in poco piu’ di cinque minuti di navigazione si approda a PESCHIERA MARAGLIO,caratterisco borgo noto per l’antica tradizione delle reti da pesca e dei cantieri nautici.
Giunti qui abbiamo due valide alternative: incamminarci a piedi oppure noleggiare le biciclette per compiere il medesimo itinerario su due ruote.
Una comoda strada infatti compie interamente il giro dell’isola,attraversando i principali borghi lacustri.
Giungendo a Montisola in mattinata il consiglio è quello di compiere il giro in senso antiorario,per godere al meglio della luce del sole.Procediamo quindi verso Nord seguendo le indicazioni per CARZANO.
Ora rilassiamoci contemplando le acque del lago e facciamoci trasportare dalle atmosfere e dai profumi che si respirano nei borghi che via via attraversiamo.Assolutamente consigliata,una volta giunti a SIVIANO ,una deviazione verso il grazioso porticciolo.Sul tetto dell’Isola,ben visibile,sorge il Santuario della Ceriola che in primavera/estate è raggiungibile con un servizio navetta.Ovviamente chi è allenato puo’ decidere di raggiungerlo a piedi,nelle giornate limpide da lassu’ la vista è impagabile e fa dimenticare in fretta la fatica!
Nel corso della gradevole passeggiata lungo la costa,decisamente piu’ tranquilla,si scorgeranno nelle acque del lago due piccoli isolotti,quello di Loreto a Nord e di San Paolo a Sud.Se la stagione lo consente possiamo mangiare al sacco in contemplazione del lago fra gli ulivi,oppure accomodarci in uno dei numerosi ristoranti che non mancano lungo il tragitto.
Al termine del giro riprendiamo il battello a PESCHIERA MARAGLIO,separata dalla terraferma da un braccio di lago di poco piu’ di 800 metri.
Isolotto di San Paolo
MONTISOLA IN PILLOLE
Quando andarci? Tutto l’anno,anche se la primavera o le terse giornate autunnali offrono le tavolozze di colori piu’ incantevoli.
Difficoltà? Il giro completo dell’isola è percorribile da tutti in circa 3-4 ore,per un totale di poco meno di 10 chilometri di lunghezza. In bicicletta i tempi si riducono ad un ora abbondante,escludendo chiaramente le soste.
Particolarità? Montisola è bandita alle auto,ad eccezione dei mezzi di servizio e soccorso.Consiglio di inoltrarsi mossi dalla curiosità nei vicoli di CARZANO,SIVIANO,SENSOLE e PESCHIERA MARAGLIO alla ricerca di angoli suggestivi.
Le stagioni intermedie,primavera ed autunno,sono le piu’ idonee per immergersi nelle atmosfere d’altri tempi che si respirano in Val di Mello.
Siamo in provincia di Sondrio,nella comunità montana di VAL MASINO.
Dopo Morbegno e Talamona si oltrepassa il ponte sull’Adda ed in località Ardenno si svolta a sinistra abbandonando la statale 38,seguendo le indicazioni per Val Masino.Si giunge quindi al piccolo borgo di San Martino dove all’ingresso del paese vi è un comodo parcheggio con ticket.Nei pressi della Chiesa prende il via il sentiero che ci condurrà nel cuore della VAL DI MELLO.
Una valle senza strade,solcata da una mulattiera selciata,che si snoda con morbida pendenza attraverso pascoli,baite ed enormi massi erratici.Sopra le nostre teste,dalle cime innevate delle alpi Retiche,scendono tumultuose cascate che danno vita a limpidi torrenti.
In questo paradiso naturale si puo’ scegliere di mangiare al sacco,in una radura baciata dal sole,oppure godere dei piaceri della tavola in uno dei diversi rifugi che cucinano pizzoccheri,polenta e salamelle,accompagnate da formaggi locali.
Per chi ha le gambe,giunti alla fine della mulattiera in località RASICA,è possibile proseguire nella fitta foresta di abeti sino all’ALPE PIODA,a 1600 metri di quota.Qui gli antichi edifici rurali dedicati alla pastorizia sono stati restaurati ed ospitano attività didattiche legate al mondo dell’agricoltura e dell’allevamento in montagna.
Giunti nuovamente a fondovalle,per non ripercorrere la stessa mulattiera dell’andata,e’ possibile portarsi sulla sinistra del torrente e tornare San Martino per un sentiero fra larici,betulle ed antichi fienili costeggiato in piu’ tratti dal torrente.Un ponte ci condurra nuovamente sulla via principale nei pressi di un osteria e di un campeggio.
Rigenerati e soddisfatti rientreremo verso casa,non senza il desiderio di ripartire verso nuovi angoli del Belpaese!
VAL DI MELLO IN PILLOLE
–Quando andare?Consigliati i mesi di Maggio,Giugno e Ottobre
–Difficoltà? Il percorso di fondovalle è alla portata di tutti,in circa un ora si giunge alla piana di Rasica,dove termina la mulattiera. Chi è piu’ allenato aggiungendo altri 50-60 minuti puo’ raggiungere l’ALPE PIODA,superando circa 500 metri di dislivello.Il sentiero è indicato con i segnavia Bianco-rossi.
–Particolarità? La Val di Mello è meta assai frequentata da alpinisti rocciatori,spesso visibili dal sentiero mentre sfidano le pareti verticali di granito.
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